Ciampi è morto : addio al presidente di tutti

Il decimo Presidente della Repubblica Italiana, Carlo Azeglio Ciampi, è morto all’età di 95 anni nella mattina del 16 settembre presso una clinica di Roma dov’era ricoverato da diversi giorni per peggioramento delle sue condizioni di salute.
Lutto nazionale e bandiere a mezz’asta
Da tempo malato, è stato sempre fedele ai suoi impegni politici, continuando a presentarsi ogni mattina a Palazzo Giustiani, nel suo ufficio da senatore a vita. Ai funerali tenutesi in forma privata a Roma nella parrocchia di San Saturnino, nel quartiere Trieste di Roma dove l’ex capo dello Stato risiedeva con la moglie Franca Pilla. La presidenza del Consiglio ha proclamato lutto nazionale, con le bandiere, italiane ed europee sugli edifici pubblici, a mezz’asta.
Alla celebrazione erano presenti tra i tanti il capo dello Stato Sergio Mattarella e l’ex inquilino del Quirinale Giorgio Napolitano, il presidente della Bce Mario Draghi, i presidenti di Camera e Senato, l’ex premier Romano Prodi e l’attore Roberto Benigni che così ha voluto ricordarlo:
Per me è stato un padre. Lo chiamavo per chiedere consiglio, come si farebbe con un padre. Quanto bene ci ha voluto! Un uomo con una onestà e un’integrità morale incredibili. Se mi dicessero chi vuoi imitare, ecco io direi Ciampi. E’ stato un miracolo: è passato da essere un semplice impiegato con la sua famiglia, prima governatore di Bankitalia e poi a presidente della Repubblica.
Una carriera esemplare
Nato a Livorno il 9 dicembre 1920, si fa subito notare per le sue capacità scolastiche e consegue due lauree, la prima in lettere alla Normale e la seconda in Giurisprudenza all’Università di Pisa, dopo essere stato chiamato alle armi durante la Resistenza.
Nel 1946 partecipò al concorso che lo fece entrare come impiegato in Banca d’Italia, dove rimarrà per 47 anni di cui ben 14 ricoprendo l’incarico di governatore e abbandonando la sua vera grande passione: l’insegnamento di Lettere Italiane e Latine al liceo classico “Niccolini e Guerrazzi” di Livorno.
Dall’aprile 1993 al maggio 1994 fu presidente del Consiglio di un governo tecnico di transizione, il primo presidente del Consiglio non parlamentare della storia della Repubblica.
In seguito fu ministro del tesoro nei governi Prodi I e D’Alema I, operando la riduzione del debito pubblico italiano in vista degli obblighi imposti dal trattato di Maastricht, per garantire l’accesso dell’Italia alla moneta unica europea.
Il 13 maggio 1999 venne eletto alla prima votazione, con una larga maggioranza (707 voti su 1010), decimo presidente della Repubblica.
Il presidente di tutti
Come Pertini, anche Ciampi è sempre stato molto amato dagli Italiani e da più parti al governo fu avanzata la richiesta di rimanere capo dello Stato per un secondo mandato ma, per ragioni anagrafiche e di opportunità istituzionale, decise di escludere l’ipotesi di un Ciampi bis al Quirinale:
Il rinnovo di un mandato lungo, quale è quello settennale, mal si confà alle caratteristiche proprie della forma repubblicana del nostro Stato